98zero – Messina: Contrasto a devianza giovanile e dispersione scolastica, incontro in Prefettura

Data: 08/04/2025

Obiettivo quello di creare creare una fitta rete di sinergie tra scuola ed Istituzioni per mettere in campo iniziative rivolte al mondo minorile

Prevenzione e contrasto della dispersione scolastica al centro dell’incontro che si è tenuto in Prefettura, dove si è tenuto ieri anche un focus anche sui fenomeni della devianza giovanile.

A fare il punto della situazione il dirigente dell’Ufficio scolastico regionale, Leon Zingales, il presidente del Tribunale per i minorenni di Messina, Francesca Pricoco, il procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Messina, Andrea Pagano, l’assessore alla pubblica istruzione del Comune di Messina, Liana Cannata, che hanno avuto modo anche di interfacciarsi con il questore Annino Gargano, il comandante Provinciale dei Carabinieri, colonnello Lucio Arcidiacono, il comandante Provinciale della Guardia di Finanza, Girolamo Franchetti, e la responsabile dell’Ufficio Servizio Sociale per i minorenni, Maria Palella.

A presiedere la riunione, inserita nell’ambito delle attività poste in campo dall’Osservatorio provinciale sulla dispersione scolastica, è stata il prefetto di Messina, Cosima Di Stani, che si è rivolta principalmente ai Dirigenti scolastici degli Istituti del territorio provinciale, con l’obiettivo di creare una fitta rete di sinergie tra scuola ed Istituzioni per mettere in campo iniziative rivolte al mondo minorile, anche con accordi interistituzionali. All’incontro hanno preso parte numerosi dirigenti scolastici ai quali il prefetto ha riconosciuto l’importante ruolo di “protagonista della scuola nell’educazione dei giovani, insieme alla famiglia” senza dimenticare “l’importanza della rete tra Istituzioni per individuare percorsi ed iniziative che possano costituire opportunità per i ragazzi, anche e soprattutto per quelli che presentano segnali di devianza”.

“Non vi sono segnali particolarmente preoccupanti sotto il profilo della “dispersione esplicita”, relativa all’effettiva frequenza delle lezioni da parte degli studenti” ha precisato il Dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale che ha comunque chiesto alle scuole di proseguire il monitoraggio per arginare anche i casi di assenza ed elusione scolastica, servendosi “degli strumenti normativi offerti dal Decreto Caivano”.
Discorso più complesso quello della “dispersione implicita”, il più silente fenomeno del progressivo scostamento dei giovani dal reale percorso di formazione che può aversi anche in presenza di regolare frequenza delle lezioni e che spesso si accompagna a comportamenti dannosi, abusanti o antigiuridici dei giovani.

La Presidente del Tribunale per i minorenni ha imputato tali dinamiche distorsive alla crisi di relazione tra i giovani d’oggi ed ha ribadito l’importanza di considerare le specificità dei singoli casi concreti invitando a impiegare i servizi sociali pur di garantire la formazione. Anche il Procuratore Andrea Pagano ha sensibilizzato i Dirigenti scolastici a non esitare a “procedere nella segnalazione di fatti gravi svoltisi all’interno degli istituti, avendo chiaro il netto discrimen tra fatti di reato e le mere incomprensioni risolvibili in ambito scolastico”. Importante poi l’incrementare i percorsi formativo-informativi sull’antigiuridicità di determinati comportamenti e sulle conseguenze di atti quali il bullismo, lo spaccio di sostanze stupefacenti, la permanenza impropria nei social network.

Ecco perché il questore di Messina ha segnalato che anche le Forze dell’Ordine possono e devono rappresentare per i Dirigenti scolastici un riferimento territoriale di fronte a comportamenti devianti al fine di lavorare in sinergia ed intervenire in chiave preventiva, prima ancora che repressiva.

Ampio spazio è stato dedicato, da ultimo, alle politiche di coinvolgimento delle famiglie allo scopo di renderle avamposto necessario nella gestione delle situazioni più complesse: si è proposto di pianificare strategie di confronto all’interno di un percorso che miri alla conoscenza dei ragazzi, anche attraverso lo studio dei loro nuovi codici linguistici e comportamentali. Ciò al fine di cogliere eventuali segnali di disagio, intercettandone le istanze prima che possano sfociare in situazioni patologiche.