Una talea dell’albero di Falcone piantata nel Rifugio S. Eustochia a Messina
L’iniziativa promossa dall’organizzazione di volontariato e protezione civile Overland
di Rita Serra
Nel giorno dell’anniversario della strage di Capaci e del ricordo del giudice Falcone e di tutte le vittime dalla mafia l’incontro sociale “Di cambiare le regole… noi siamo capaci”. Una iniziativa promossa dall’organizzazione di volontariato e protezione civile Overland nei giardini del Rifugio Sant’Eustochia a Larderia. Una talea dell’albero di Falcone, da cui possa germogliare il cambiamento sociale, è stato il seme posto nel corso di un’intensa mattinata di riflessioni e confronto che ha visto la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni civili e militari. A dare il saluto di benvenuto agli ospiti è stato il responsabile di Overland Antonino Mandia, il quale dopo la piantumazione dell’albero di Falcone, ha illustrato la mission dell’associazione che è nata sette anni fa con la funzione di essere una coop sociale al servizio di persone (minori, giovani, adulti) che sono andati fuori strada, perché hanno vissuto o stanno vivendo il dramma della detenzione. «Il nostro è un progetto funzionale – ha detto – che si fonda su principi cristiani e sull’esempio della dottrina di Sant’Annibale Maria di Francia. Siamo impegnati con le nostre attività nella prevenzione della recidiva di un reato oppure di recidive in famiglia per evitare ad esempio che un figlio faccia gli stessi errori del padre. Lo facciamo attraverso i nostri percorsi di legalità che prevedono lo svolgimento di lavori socialmente utili come ad esempio la cura dell’orto-gioco».
La parola è poi passata alle istituzioni con la vicepresidente della Commissione regionale antimafia, Bernardette Grasso che ha detto: «Ho scelto di essere qui con voi anziché a Capaci, perché con il vostro entusiasmo e impegno mi avete colpito nel cuore. È chiaro che non basta piantare un albero, per cambiare bisogna dare l’esempio facendo tutti il proprio dovere esattamente come diceva Giovanni Falcone. Stare a fianco di chi ha recuperato una struttura rieducativa come questa è emozionante. Il compito della politica è dare servizio».
Andrea Interdonato del commissariato di Polizia Messina Sud ha parlato del lavoro svolto quotidianamente per promuovere la cultura della legalità nelle scuole e tra i giovani: «lavoriamo alla prevenzione attraverso iniziative e progetti che ci consentono di avvicinarci ai cittadini».
La dott. Ernestina Di Gennaro dell’Ufficio esecuzione penale di Messina ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa in una giornata non qualunque. «Gestiamo una media annuale di circa quattromila procedimenti penali. Il nostro intervento è proteso al reinserimento dell’autore del resto che non può essere cristallizzato in ciò che ha fatto».
Sul senso della giustizia riparativa è intervenuta Antonella Lipari dell’Ufficio servizio sociale minorile: «non è facile lavorare con i minori che vanno spronati e sollecitati. Con l’aiuto del terzo settore si possono raggiungere tanti obiettivi».
Al dibattito per un nuovo impegno sociale contro il potere mafioso è intervenuto il prof. Angelo Cavallaro, preside dell’Istituto comprensivo Catalfamo. Una scuola di periferia o meglio di frontiera che opera tra le zone del Cep e di Santa Lucia sopra Contesse: «nelle periferie uno dei problemi principali è quello della dispersione scolastica. Una piaga che abbiamo contrastato inserendo l’obbligo del tempo pieno». L’avvocato Michele Cordopatri, presidente dell’associazione Nino D’Uva, che ha voluto ricordare il coraggio e l’esempio di uomini che non si sono fatti intimidire dalla mafia come Falcone e l’avvocato D’Uva: «Tramandare la loro memoria attraverso giornate di riflessione significa fare cultura di legalità». A rappresentare la Camera penale “Pisani Amendolia” di Messina è stata la tesoriera Manuela Mancuso, che ha voluto ricordare il giornalista Enzo Tortora, vittima di una condanna ingiustizia che lo ha coperto di infamia. I lavori si sono stati conclusi dall’intervento di Ennio Marino, vicepresidente del Cesv di Messina che ha evidenziato il ruolo svolto dagli enti del Terzo settore. L’appuntato capo scelto Carmela Lucisano ha rappresentato il Raggruppamento carabinieri Biodiversità di Reggio Calabria.