MESSINATODAY – Il 2024 dalla A alla Z, l’alfabeto dei fatti più importanti per Messina

Data: 01/01/2025

Andrea Castorina

Ventuno lettere, ventuno tra argomenti e personaggi. Un intero anno riassunto in poche righe, dai grandi progetti all’emergenza idrica passando dal risanamento alle dolenti note calcistiche

Ventuno lettere, ventuno argomenti, ventuno modi diversi per raccontare Messina. Salutiamo il 2024 con il difficile compito di riassumere un intero anno in poche righe. Una selezione ardua visto quanto è complesso il nostro territorio. Fatti, personaggi, suggestioni: dai grandi progetti all’emergenza idrica passando dal risanamento alle dolenti note calcistiche.

A come acqua

Non potevamo che iniziare così. Perché l’acqua a Messina è un problema, da decenni. E il 2024 non fa purtroppo eccezione anzi è stato addirittura peggio. L’anno appena trascorso ha visto una serie di interventi di manutenzione programmati da Amam per riqualificare le condotte che servono la città e ridurre le perdite, come nel caso del quartiere Lombardo. L’acquedotto Fiumefreddo è stato al centro delle cronache locali, tra guasti, danneggiamenti causati dal maltempo e perfino contaminazioni. Sono state tante le famiglie a fare i conti con un insolito colore dell’acqua, dal giallo al marrone. Tante le famiglie costrette a organizzare la propria vita in quelle poche ore in cui il rubinetto di casa non resta a secco. Poi l’estate che ha reso tutto più difficile con l’emergenza siccità che non ha risparmiato Messina. Per concludere con “l’autunno caldo” di Amam i cui vertici sono stati azzerati dopo le dimissioni dell’intero cda. L’augurio è che il 2025 possa portare un vero cambio di rotta, eliminare i disagi e ridare ai messinesi un diritto fondamentale come avere a disposizione l’acqua h24. Un traguardo ancora lontano.

B come Basile

Federico Basile indossa la fascia tricolore da poco più di due anni. Il suo non è un compito facile per tanti aspetti. Amministrare Messina, si sa, è impresa ardua ma è ancora più complicato gestire equilibri, attacchi e progetti. Con il suo aplomb, Basile ci prova. Alterna strategie, mitiga i dissapori e coordina giunta e società partecipate. Dietro, resta la presenza, talvolta ingombrante, di Cateno De Luca reduce da una netta sterzata politica verso il centrodestra. I maligni dicono che sia sempre lui a muovere i fili, ma anche un’analisi oggettiva non può certo sminuire il ruolo dell’attuale primo cittadino di Taormina. Per Basile i prossimi mesi saranno decisivi, c’è tanta carne al fuoco. Dal Ponte, i cui lavori dovrebbero partire proprio nel 2025, e fino a quei 300 milioni di fondi da utilizzare per far funzionare il meglio possibile Messina.

C come calcio

Chi nel 2024 si aspettava la rinascita è rimasto deluso. Anche quest’anno si è chiuso con un Messina che arranca in campo e fuori. La squadra giallorossa ha concluso il girone d’andata nei bassifondi della classifica, evitando l’ultima posizione solo grazie alle penalizzazioni di altre squadre. Un copione già noto ai tifosi, abituati ad assistere a clamorose rimonte nella seconda parte della stagione con la squadra che riesce a evitare la D per un soffio. Ma questa volta tutto sembra diverso, complice anche la telenovela legata alla cessione delle quote societarie. Cambiano i nomi dei potenziali acquirenti, dall’imprenditore Fabrizio Mannino al gruppo lussemburghese fino al ritorno di Immacolato Bonina, ma non la sostanza. Il timone resta saldo nelle mani del presidente Pietro Sciotto a cui la curva ha deciso di voltare le spalle già da mesi.

D come dissesto idrogeologico

A Messina e provincia quando piove non si sta tranquilli. Una situazione che dura da anni e la ferita lasciata dalla tragica alluvione del 2009 sanguina ancora. La situazione è critica, basti pensare a quanto accaduto a Stromboli alcuni mesi fa, a quello che succede tutte le volte nei giorni di maltempo. Tante le problematiche, figlie anche di scarsa attenzione e poca prevenzione. Come a Zafferia dove il torrente esonda con regolarità e dove mancano opere di fondamentale importanza come le griglie di scolo. Stromboli e Zafferia, due esempi di un territorio sotto minaccia.

E come emergenze

Una parola chiave, purtroppo. Perché di emergenze Messina ne vive parecchie sotto tanti punti di vista. C’è quella idrica, quella legata al suddetto dissesto idrogeologico per arrivare a quelle economica e sociale. Concludiamo con l’emergenza demografica che vede la città dello Stretto spopolarsi ogni anno. Chi va via sono soprattutto i giovani, alla ricerca di un lavoro che alle nostre latitudini manca come il pane.

F come femminicidi

Un fenomeno che non si riesce a debellare. E il 2024 non fa eccezione: l’ultimo rilevamento di Eures parla di 99 donne uccise in meno di 12 mesi. Anche Messina ha avuto vittime e carnefici, ma anche sentenze giudiziarie. Due i verdetti arrivati durante l’anno che si è appena concluso. A marzo la Corte d’Appello ha ridotto a 24 anni la condanna di Cristian Ioppolo, in carcere per aver ucciso la fidanzata Alessandra Musarra nel 2019. A novembre, invece, i giudici di secondo grado hanno confermato l’ergastolo per l’infermiere Antonio De Pace che quattro anni fa ha ammazzato Lorena Quaranta.

G come Gesso

Gli occhi del mondo su Gesso, chi lo avrebbe mai detto? Eppure il piccolo villaggio collinare ad inizio dicembre è stato al centro della cronaca per la visita della first lady Jill Biden. La moglie del presidente (uscente) degli Stati Uniti ha incontrato autorità e semplici cittadini sulle tracce delle sue origini. La bisnonna, infatti, nacque proprio a Gesso.

H come Handicap

Il pensiero va ai diversamente abili della città e alla loro vita tutt’altro che agevole. Chi è in carrozzina ad esempio lotta ogni giorno con barriere architettoniche, inciviltà e disinteresse. Quasi impossibile camminare sui marciapiedi o attraversare la strada in sicurezza, vista la sosta selvaggia e la poca educazione di molti automobilisti. A ciò si aggiunge il problema dell’assistenza domiciliare o del servizio che assicura il trasporto degli studenti negli istituti scolastici.

I come impianti sportivi

Tra luci e ombre. Da un lato il recente annuncio della riqualificazione del campo sportivo “Bonanno”, dall’altro le croniche carenze dei palazzetti. L’argomento impianti sportivi a Messina non passa mai di moda perché i problemi sono tanti. La prima criticità è numerica: la città ha solo due campi da calcio a undici regolamentari in attesa della restituzione dello stadio “Celeste” e senza contare il “Franco Scoglio”, troppo oneroso per le squadre dilettantistiche. Manca anche un centro sportivo con l’Acr Messina costretto ad allenarsi in provincia. Poi le infiltrazioni d’acqua al PalaTracuzzi, il PalaMili ancora da ultimare e la riapertura in ritardo della piscina “Graziella Campagna”. Il Comune ha annunciato un investimento di 15 milioni per cambiare rotta. Sarà la volta buona?

M come morti sospette

Il 2024 ha visto i riflettori accesi puntati sull’ospedale Papardo e più in particolare sulle sale operatorie di Cardiochirurgia, finite sotto sequestro. Questo il provvedimento della Procura dopo la serie di denunce arrivate dai familiari dei pazienti sulla cui morte qualcosa non torna. Negli esposti all’autorità giudiziaria i legali hanno chiesto indagini e approfondimenti in merito alla presunta presenza di batteri killer.

N come navigazione

Corse soppresse, ritardi, sconti cancellati e rischio isolamento. Questa la situazione della navigazione nello Stretto e da e per le isole minori. Un sistema di trasporto cruciale per turismo ed economia che spesso però va in crisi. Pochi giorni fa la denuncia ai carabinieri da parte degli abitanti di Filicudi, qualche settimana prima la polemica per il taglio alle agevolazioni dei pendolari che frequentano le Eolie per lavoro. Ma l’elenco dei disagi prosegue passando per la lunga vertenza Caronte&Tourist legata al taglio degli stipendi dei marittimi.

O come opere pubbliche

C’è una buona novella che caratterizza il 2024: la riapertura del viadotto Ritiro. Un traguardo centrato lo scorso agosto dopo un’attesa lunga ben dodici anni. E si è aspettato troppo anche per l’altro eterno cantiere autostradale ovvero la galleria di Letojanni. Il tunnel è stato riaperto integralmente solo lo scorso luglio, a nove anni di distanza da quella frana da cui è nato tutto. Ma i cantieri in ritardo ci sono ancora. Il primo pensiero va al porto di Tremestieri la cui costruzione è ripartita solo a fine anno con la consegna dei lavori alla Bruno Teodoro che ha rilevato l’onere dalla Coedmar. Serviranno altri due anni per poter completare l’approdo che rivoluzionerà la viabilità cittadina. Ci vorrà meno tempo invece per la via Don Blasco, prevista entro il 2025. Passi avanti anche per il tanto atteso depuratore di Tono, poco prima di Natale è partita la gara d’appalto per l’affidamento dei lavori, undici le ditte partecipanti. Intanto si torna a parlare di aeroporto: a novembre l’idea (sognante) di alcuni progettisti pronti a realizzarlo nella valle del Mela a costo zero.

P come ponte sullo Stretto

Merita un capitolo a parte, e non potrebbe essere altrimenti. Il 2024 doveva coincidere con l’inizio dei lavori, più volte annunciato dal ministro Matteo Salvini. Ma tra osservazioni, analisi, studi e ricorsi il cronoprogramma è slittato. L’argomento è di quelli che scotta, c’è chi non vuole l’opera e minaccia battaglie a suon di manifestazioni ed esposti, c’è un governo che vuole andare avanti, la Regione che destina parte dei Fondi Sviluppo e Coesione e una città che attende, tra timori, speranze e polemiche. Il sindaco Basile ha stilato la sua lista di opere compensative, Forza Italia ha addirittura inserito la sospensione del pedaggio autostradale di Villafranca.  Nel frattempo il progetto ha ottenuto il disco verde dalla Commissione per la Valutazione d’Impatto Ambientale, adesso dovrà pronunciarsi il Cipess ma secondo gli ultimi rumors non lo farà prima di gennaio. In caso di esito favorevole si passerebbe al progetto esecutivo, ultimo step prima dell’apertura dei cantieri. Intanto un emendamento della Lega ha stanziato ulteriori 2 miliardi per il finanziamento dell’opera per il quale avrà un ruolo anche l’Europa.

Q come qualità della vita

Tasto dolente da tanti anni, troppi. Ogni anno le classifiche sulla qualità della vita inchiodano Messina nei bassifondi, in compagnia di altri centri del Sud più o meno sventurati. C’è chi dice che tali graduatoria lasciano il tempo che trovano e non sono pienamente indicative. Ma fa effetto vedere città e provincia arrancare. Quest’anno il Sole 24 ore ci ha “regalato” il 91esimo posto frutto di un arretramento di tre posizioni rispetto al 2023. Male le voci riguardanti Affari e Lavoro, Ambiente e servizi e, inevitabilmente, Efficienza delle reti idriche.

R come risanamento

Tante parole ma, per fortuna, anche tanti fatti. Il 2024 ha portato novità e concretezza sul tema Risanamento. Una sfida portata avanti a suon di demolizioni di baracche e assegnazione di nuovi alloggi dalla struttura commissariale e dal Comune. Ruspe in azione in diverse aree degradate, progetti e fondi da utilizzare. Questo lo scenario dove non sono mancate ovviamente le polemiche. In primis quella legata alla gestione dei progetti finanziati dai fondi Pinqua. C’è chi si oppone ai “palazzoni” perchè teme nuovi quartieri ghetto e poi la diatriba natalizia tra il sub commissario Marcello Scurria e il sindaco Federico Basile sull’acquisto all’asta di undici appartamenti di Contesse da parte dello stesso ufficio commissariale. Uno “sgarbo istuzionale” per il primo cittadino, visto che in quell’asta tra i partecipanti c’era anche Palazzo Zanca.

S come sicurezza stradale

Cinque morti per incidenti stradali in tre giorni. Un dato agghiacciante con cui si è chiuso il 2024. La sicurezza sulle strade è stata anche quest’anno al centro della cronaca e troppe volte Messina ha pianto vite spezzate. Dalla mancanza di manutenzione all’inciviltà passando per il disprezzo delle regole. Un cockail micidiale che rende strade e autostrade pericolose, soprattutto quando piove. In tal senso non è difficile richiamare alla mente le immagini dell’A18 trasformata in un lago dopo un temporale o pensare ai diversi incidenti che hanno visto vittime soprattutto pedoni e motociclisti. Un bollettino di guerra, inaccettabile.

T come Totò Schillaci

Un simbolo andato via troppo presto. Anche Messina lo scorso settembre ha pianto la morte di Salvatore Schillaci, il “Totò nazionale” che proprio in riva allo Stretto ha trovato il posto giusto per esprimere il suo potenziale, facendo gioire per lunghi anni il pubblico giallorosso per poi accendere la passione dell’intera Italia calcistica durante le notti magiche del 1990. Schillaci ci ha lasciati troppo presto, ma il suo ricordo rimarrà scolpito nella mente e nel cuore degli sportivi messinesi. E non è un caso se il vecchio “Celeste” in via riqualificazione qualcuno pensa di intitolarlo proprio al ragazzo di Palermo che ha unito l’Italia.

U come università

Tra progetti, nomine e polemiche l’università si conferma un punto di riferimento per la città. L’ateneo guardà già al prossimo futuro che si aprirà alla grande con la presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Sarà lui l’ospite d’onore il 22 gennaio all’inaugurazione del nuovo anno accademico. Un risultato degno di nota per la rettrice Giovanna Spatari che da un anno siede nella poltrona più importante di piazza Pugliatti. Ma per la rettrice, intenzionata a cambiare pagina come ha ricordato ad inizio anno, ci sono anche tanti nodi da sciogliere. Uno è stato risolto: quello legato alla nomina del nuovo direttore generale. Scelto Pietro Nuccio, uomo di fiducia della stessa Spatari. Il 2024 è stato caratterizzato anche dalle polemiche seguite alle nomine delle società partecipate e ad alcuni concorsi. Resta aperto il fronte con in sindacati, soprattutto con la Gilda di Paolo Todaro, mentre Unime si  è costituita parte civile al processo che riguarda la gestione di appalti e affidamenti durante l’ex rettorato targato Cuzzocrea. Nella lista dei problemi da risolvere c’è anche la voce legata agli alloggi degli studenti fuorisede, tra carenza di posti e affitti sempre più cari e quella ancora più critica sulla carenza d’organico al Policlinico.
 

V come verde pubblico

Sotto l’albero di Natale ci sono i regali, sotto gli alberi di Messina polemiche e opportunità. Perchè il verde pubblico resta un argomento sempre caldo in quella che una volta veniva chiamata “città giardino”. L’amministrazione Basile ha puntato forte sul tema con l’imponente progetto “ForestaME”. Un percorso complesso che ha già dato i primi frutti, dalla riqualificazione di viale Gazzi e villaggio Aldisio ai contestatissimi alberelli posti a margine dei parcheggi nelle vie del centro. Nota agrodolce quella legata ai parchi urbani. Il 2024 ha visto protagonista il parco “Aldo Moro” inaugurato dopo anni di attesa lo scorso maggio e chiuso e sequestrato dalla Procura settimane dopo per la presenza di sostanza inquinanti. Un incidente di percorso che si è risolto con la riapertura di novembre. Sta meglio villa Dante. Il polmone verde della città ha cambiato volto grazie ai lavori di riqualificazione portati avanti da Palazzo Zanca. Aiuole curate, nuovi giochi e strutture sportive e sociali. Un bel biglietto da visita per la città.

Z come Zingales

Il nuovo provveditore Leon Zingales vede il bicchiere mezzo pieno per quel che riguarda il settore scolastico messinese. Il dirigente provinciale si è insediato soltanto lo scorso autunno, ma ha già in mente un percorso virtuoso da seguire. Tra banchi e lavagne le difficoltà sono molte. A partire dagli agli accorpamenti di alcuni istituti già disposti dalla Regione passando per il fenomeno della dispersione scolastica. Ma su quest’ultimo aspetto Zingales ha ricordato che Messina è se la passa meglio rispetto alle altre città siciliane. Ed ecco perchè, nella recente intervista rilasciata a MessinaToday, ha parlato comunque di scuola di alta qualità dicendosi pronto a investire per valorizzare le eccellenze.

 

 


Un anno dalla A alla Z
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