Lo studio ha messo in evidenza come la pratica quotidiana di un’alimentazione sana e in linea con il modello mediterraneo sia ancora spesso insufficiente in molte famiglie. Il rischio di compromettere la salute dei più giovani

Sono ancora troppi i bambini che a causa di una scorretta alimentazione convivono con problemi di obesità severa. È quanto emerge dal lavoro che i pediatri e ricercatori del Policlinico G. Martino di Messina stanno facendo all’interno di alcune scuole cittadine grazie al progetto “0-6 EpPOI – Educare per Prevenire l’Obesità Infantile”, condotto presso l’UOC di Pediatria dell’Azienda ospedaliera università, diretta dalla professoressa Malgorzata Wasniewska.
Attraverso un’attenta e attiva collaborazione con l’Istituto Comprensivo “G. Leopardi” di Messina, grazie all’impegno della dirigente Ersilia Caputo e della docente responsabile Margherita Catano, i ricercatori hanno lavorato su diverse aree di intervento, in particolare sull’attività fisica e sulla nutrizione in età evolutiva. Per quanto riguarda l’area nutrizionale, il team ha avuto la possibilità di valutare l’aderenza alla dieta mediterranea nei bambini di età prescolare di età compresa tra i 3 e i 5 anni, attraverso un questionario validato sottoposto ai genitori. Sfortunatamente, l’aderenza dei bambini alla dieta mediterranea non è risultata ottimale, sebbene siano ampliamenti diffusi i benefici di questo pattern alimentare. Questo dato evidenzia come, in una regione del bacino mediterraneo come la Sicilia, la pratica quotidiana di un’alimentazione sana e in linea con il modello mediterraneo sia ancora spesso insufficiente in molte famiglie, con il rischio di compromettere la salute dei più giovani. I risultati del progetto “0-6 EpPOI” hanno sottolineato l’importanza di un intervento precoce che coinvolga non solo i bambini, ma anche i genitori e i caregivers, compreso il personale scolastico, figure chiave nella trasmissione di abitudini alimentari corrette.
“La scuola primaria – sottolinea Wasniewska – può rappresentare un setting ideale per la prevenzione precoce dell’obesità, poiché è un luogo dove i bambini trascorrono molto tempo e possono essere facilmente educati a stili di vita sani. L’introduzione di programmi educativi sulla dieta mediterranea, affiancati da attività pratiche che coinvolgano i bambini in esperienze di cucina o coltivazione di alimenti, potrebbe avere un impatto significativo”.
Il gruppo di ricerca, coordinato dalla professoressa Wasniewska, è eterogeno e comprende diverse figure professionali. Ne fanno parte: i pediatri endocrinologi il Prof Tommaso Aversa, le professoressa Maria Francesca Messina e Mariella Valenzise, i dottori Domenico Corica, Letteria Morabito e Giorgia Pepe, una chinesiologa, (Elisa La Rosa), una biologa nutrizionista (Debora Porri), un’infermiera pediatrica (Valentina Arena) e una psicologa (Valentina La Malfa).
Grazie al fondo progettuale erogato dalla Regione Siciliana (PSN 2019 Fondo progettuale 2.02.04.01.112 Rif. 429 – CE 5.02.01.15.12), intensamente coinvolta nella promozione della salute, il team multidisciplinare ha potuto produrre anche risultati di grande valenza scientifica, divulgati e pubblicati su riviste nazionali (Il Pediatra) e internazionali (Frontiers in Endocrinology, Frontiers in Pediatrics, Nutrients). Lo studio ha rappresentato inoltre un’importante esperienza formativa per due medici in formazione specialistica in pediatria, Aurora Lanzafame e Giovanni Luppino.
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Nel paese della dieta mediterranea troppi bimbi in sovrappeso, la ricerca di pediatri e ricercatori del Policlinico nelle scuole
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