MESSINA – Unire esperienza scolastica, solidarietà e inclusione sociale è possibile e lo dimostra l’iniziativa dell’Istituto “Minutoli” di Messina. All’interno del laboratorio di chimica, gli studenti della classe quinta dell’indirizzo ambientale, hanno realizzato preparazioni cosmetiche, destinate a progetti di beneficenza. Dopo aver inviato saponi in Ucraina in passato, quest’anno il lavoro dei ragazzi, ha dato vita a un nuovo progetto ovvero la produzione di creme cosmetiche destinate alla cardiochirurgia pediatrica dell’ospedale di Taormina, impegnata in una missione in Camerun.
Un dono per le mamme dei piccoli pazienti
Grazie all’idea e alla guida della professoressa Maria Lucia Crupi, i prodotti realizzati dai ragazzi sono stati confezionati in eleganti borse di stoffa, cucite a mano dalle detenute della Casa Circondariale di Messina, partecipazione resa possibile grazie alla Onlus Anymore (della quale è responsabile Domenico Siracusano) che, con il programma “Ricucire” coordinato dalla referente Yvonne Cannata e realizzato dall’artigiano Faburama, ha attivato un laboratorio di sartoria all’interno del carcere di Gazzi.
Le borse, contenenti le creme, sono state consegnate alle mamme dei bambini operati dagli operatori sanitari italiani impegnati nella missione in Camerun e, oltre ai cosmetici, grazie alla generosità di privati cittadini, sono stati donati anche giocattoli e vestiti, offrendo così un piccolo ma significativo contributo a una comunità in difficoltà.
Formazione e inclusione sociale
L’iniziativa non è solo un gesto di solidarietà, ma rappresenta anche un modello virtuoso di collaborazione tra scuola, istituzioni e associazioni. L’Istituto “Minutoli” ha permesso ai suoi studenti di applicare le competenze scientifiche in un contesto reale e significativo, trasformando il sapere in un’opportunità di aiuto concreto. Anche il laboratorio di sartoria nel carcere di Gazzi ha avuto un ruolo fondamentale, dimostrando come il lavoro artigianale possa diventare uno strumento di reinserimento sociale. “L’attività in casa circondariale non è soltanto istruzione”, ha sottolineato Yvonne Cannata. “Nella sezione femminile siamo riusciti a svolgere queste attività progettuali che supportano l’attività didattica e offrono un’opportunità di crescita alle detenute”.
