servizio di Silvia De Domenico
MESSINA – Per alcuni di loro è una vera e propria missione. Il dirigente del Cpia di Messina, Giovanni Galvagno, e i suoi docenti raccontano la loro esperienza professionale. Insegnare italiano agli stranieri e far conseguire un titolo di studi agli italiani che provengono dal mondo della dispersione scolastica è una sfida. “I nostri studenti fanno in un anno quello che nella scuola ordinaria si fa in tre”, racconta la professoressa Daniela Bombara.
“Io ho scelto di lasciare la scuola ordinaria per insegnare qui”
“Io ho scelto di lasciare la scuola ordinaria per insegnare al Centro provinciale di istruzione per adulti e sto ricevendo delle grandi soddisfazioni. Non so se diamo più noi insegnanti agli studenti o loro a noi”, aggiunge la docente Mariella Grasso. Insieme ai responsabili del punto di erogazione del “Verona Trento”, Giovanni Lazzari e Sonia Truglio, ci mostrano alcune delle classi dei corsi pomeridiani e la multiculturalità che si respira nei corridoi.
Un giovane prof trentenne insegna a studenti molto più grandi di lui
Fra le new entry di quest’anno c’è un professore trentenne, che insegna inevitabilmente anche a studenti molto più grandi di lui. “In classe la differenza d’età si assottiglia. Anch’io ho scelto di insegnare italiano agli stranieri e non potrei essere più felice di iniziare la mia carriera qui”, racconta il giovane docente Andrea Fiorista.
“E’ la scuola più colorata di Messina“, aggiunge Galvagno, che dirige ben 15 sedi fra la città e la provincia. Dalla zona ionica alla tirrenica fino a Lipari, più due sezioni carcerarie. Gli studenti vanno dai 16 anni ad un’età indefinita: il centro, infatti, ha avuto e ha tuttora allievi sessantenni e persino ottantenni.