Intervista al giudice messinese che ha strappato i bambini alla ‘ndrangheta, oggi nelle scuole messinesi per dialogare con i ragazzi

Messina – “Cos’è per lei la giustizia, alla luce della sua esperienza?” “Per me la giustizia è aiutare“. Sono queste la domanda e la risposta chiave che ben riassumono la mattinata messinese del presidente del Tribunale dei minori di Catania Roberto Di Bella, che oggi nella sua città d’origine ha incontrato i ragazzi dei licei La Farina e Basile e dell’istituto comprensivo Albino Luciani di Fondo Fucile.

Proprio alla Albino Luciani il giudice ormai famoso per il suo “metodo” che ha strappato alle mafie tanti bambini, Di Bella si è sentito rivolgere questa domanda da un alunno delle seconde medie, ed ha risposto con una frase paradigmatica del suo lavoro.

Dialogare con i ragazzi per renderli Liberi di Scegliere

Insieme a Bruna Siviglia, presidente nazionale dell’associazione Biesse, Di Bella ha raccontato ai ragazzi la sua esperienza, il difficile lavoro di penetrazione nelle famiglie di ‘ndrangheta e di mafia, i vissuti più drammatici dei bambini che le famiglie mafiose costringono a crescere troppo in fretta per destinarli a un percorso di infelicità, di carcere e di morte. E li ha esortati a darsi la possibilità di essere liberi appunto, liberi di scegliere cosa si vuole essere, affidandosi ai loro insegnanti e agli operatori sociali, quando hanno un problema a casa o con i loro amici.

Il protocollo Di Bella

Il “protocollo Di Bella” potrebbe presto diventare legge, grazie a una proposta che sta elaborando la Commissione antimafia. Intanto, il giudice ha lanciato ai giovani delle scuole messinesi un messaggio di responsabilità, spiegando loro quali possono essere gli esiti più tragici di scelte sbagliate, ma anche di speranza. “Pensa che la mafia possa essere sconfitta?”, ha chiesto una 13enne della Albino Luciani. “In questi anni siamo entrati nelle famiglie di mafia come mai forse prima era accaduto. I bambini che abbiamo tolto a queste famiglie sono nuove generazioni che verranno a mancare alla criminalità, è già un buon segnale”, ha risposto il giudice, che ha riepilogato la sua esperienza e le prospettive future del lavoro con i minori nella intervista video ad Alessandra Serio.

A scuola di legalità

Nella foto all’interno, insieme a Busacca, Di Pietro, Baronello e Siviglia, l’assistente sociale Mirella Palmieri, Pina Saraceno dell’associazione Biesse, Alessandra Serio e Giuseppe Macaione della cooperativa sociale Azione Sociale, partner del progetto “Tra Scilla e Cariddi, il fresco profumo della libertà“, che ha coinvolto i ragazzi della Albino Luciani lungo tutto l’anno scolastico.